Passa ai contenuti principali

Quando scordiamo qualcuno


ITQuando scordiamo qualcuno, diventiamo la corda che dimentica la sua nota. Pressappoco una stonatura.


GB

When we forget someone,

we become the rope

that forgets his note.

Out of tune.


ES

Cuando nos olvidamos de alguien,

nos convertimos en la cuerda

que olvida su nota.

Una nota falsa.


FR

Quand on oublie quelqu’un,

on devient la corde

qui oublie sa note.

Une fausse note.


DE

Wenn wir jemanden vergessen,

werden wir zum Strick,

der seine Notiz vergisst.

Eine falsche Note.



Commenti

Post popolari in questo blog

Chi commisera il bucato

  IT Chi commisera il bucato perchè è appeso a un filo, scorda che lo detiene una molletta e che sa dove va il vento.

Ciao mamma!

Ogni volta che mi chiedevano quanti anni avevi, rispondevo: "Va per gli 88", come se l'andare ti avrebbe permesso di raggiungerli e il fatto che la salute vacillasse da tempo e tu  conservassi l'equilibrio tra passetti e tremori, mi aveva quasi persuaso che ci saresti riuscita. Quasi. L'idea che la tua vecchiaia più accidentata potrebbe stare tutta su una sola pagina è confortante, quasi quanto è sconvolgente il pensiero che una pagina la giri in un baleno e poi incomincia qualcos'altro... Penso a quando ti chiedevo: "Mamma, tu che sei saggia, dammi un consiglio" e quel consiglio, ogni volta, erano poche parole, che a te piaceva scandire con un timbro di voce solenne e il fatto che nel pronunciarle alzassi gli occhi al cielo, mi suggeriva che non fossero la soluzione, ma l'unica strada per trovarla. Com'eri, mamma? Una donna pratica che all'improvviso sapeva sciogliersi in poesia e non riuscivi a raccontare i tuoi ricordi senza appann...

Il canto di Ofelia

«C’è un salice che cresce di traverso a un ruscello e specchia le sue foglie nella vitrea corrente; qui ella venne, il capo adorno di strane ghirlande di ranuncoli, ortiche, margherite e di quei lunghi fiori color porpora che i licenziosi poeti bucolici designano con più corrivo nome ma che le nostre ritrose fanciulle chiaman “dita di morto”; ella lassù, mentre si arrampicava per appendere l’erboree sue ghirlande ai rami penduli, un ramo, invidioso, s’è spezzato e gli erbosi trofei ed ella stessa sono caduti nel piangente fiume. Le sue vesti, gonfiandosi sull’acqua, l’han sostenuta per un poco a galla, nel mentre ch’ella, come una sirena, cantava spunti d’antiche canzoni, come incosciente della sua sciagura o come una creatura d’altro regno e familiare con quell’elemento. Ma non per molto, perché le sue vesti appesantite dall’acqua assorbita, trascinaron la misera dal letto del suo canto a una fangosa morte». ( Amleto , Atto IV, scena VII) Nonostante in molti ac...