Estate è distacco, per me. Da tutto e da molti. Dal sole che arroventa quasi fosse un fabbro che batte sull'incudine i pensieri. Non saprei dire che forma assumano sotto quella brace. Non penso più a quello che manca, ma solo a quello che c’è: il profumo dei tigli, il ronzare delle api, la puntina sul vinile, l’ombra che avanza di soppiatto e sgattaiola via come le lucertole che paiono tutte colpevoli quando sono sorprese al sole, e si dileguano. Anche i desideri, d’estate, cambiano forma. Sono spogli di aspettative, denudati come la pelle al sole: si dice "sì" a un gelato squagliato, ad una pesca che gocciola sull'avambraccio, ad un gavettone, ai piedi nudi nelle infradito, a un ritornello inutile, conservato soltanto perchè fa sorridere. Forse è proprio questo lo scopo dell’estate: ricordarci che, ogni tanto serve non dover risolvere, districare, comprimere. Che è più utile ascoltare il canto della cicala senza chiedersi dove frinisca; accorgersi che la durata di ...
La foce è la persona o cosa per cui piangi.
RispondiEliminaQuella è la sorgente.
EliminaLa foce è chi le lacrime le raccoglie.
qual è la foce e perché sfocia (il dove, lo si sa)
RispondiEliminaI motivi per cui uno piange sono senz'altro la sorgente, come pure gli occhi da cui le lacrime sgorgano, se dovessimo individuare un "luogo.
EliminaSpesso, ci si chiede se il pianto serva a qualcosa, dal momento che non può cambiare il nostro dispiacere. Può sembrare senza scopo.
Forse, allora la foce è chi raccoglie le nostre lacrime e le consola: è quel mare in cui il fiume getta la sua sofferenza e, proprio come il nostro pianto, è salato.