Estate è distacco, per me. Da tutto e da molti. Dal sole che arroventa quasi fosse un fabbro che batte sull'incudine i pensieri. Non saprei dire che forma assumano sotto quella brace. Non penso più a quello che manca, ma solo a quello che c’è: il profumo dei tigli, il ronzare delle api, la puntina sul vinile, l’ombra che avanza di soppiatto e sgattaiola via come le lucertole che paiono tutte colpevoli quando sono sorprese al sole, e si dileguano. Anche i desideri, d’estate, cambiano forma. Sono spogli di aspettative, denudati come la pelle al sole: si dice "sì" a un gelato squagliato, ad una pesca che gocciola sull'avambraccio, ad un gavettone, ai piedi nudi nelle infradito, a un ritornello inutile, conservato soltanto perchè fa sorridere. Forse è proprio questo lo scopo dell’estate: ricordarci che, ogni tanto serve non dover risolvere, districare, comprimere. Che è più utile ascoltare il canto della cicala senza chiedersi dove frinisca; accorgersi che la durata di ...
Esattamente... uno sguardo non tace, come una bocca non guarda... ogni nostro senso ha un perchè e ognuno è libero i esprimersi come vuole e se gli occhi sparano, la bocca può tuonare ... Arriva la tempesta e ogni cosa poi giace ...Ciao !
RispondiEliminaCome darti torto! Ci si stupisce davanti alla funzione che i nostri sensi svolgono, ciascuna importantissima! Il fatto è che noi siamo soliti attribuire loro solo un compito e, invece, sono competenti anche in quello degli altri.
RispondiEliminaPensa a tutto ciò che comunichiamo con lo sguardo: un'occhiataccia muove un rimprovero, mentre un paio di occhi languidi confessano di essere innamorati. Eppure l'udito giura di non aver mai sentito parlare uno sguardo!
C'è da considerare che molte orecchie hanno gli occhi, perché un ascolto è più autentico quando guardiamo in faccia il nostro interlocutore.
Il gusto, d'altronde, è certo che sia merito solo delle sue papille percepire i sapori. Non sa che in giro circola chi fa gli occhi "dolci".