Si pensa sempre ad andare avanti e mai a ritornare. La risposta più probabile che ricevi quando chiedi a qualcuno come sta è un 《Tiro avanti》, così lapidario da sembrare più una battuta d'arresto che un procedere. Dovremmo imparare dalla rondine il senso del ritorno. Le sue ali sembrano virgole, la punteggiatura di chi non si è ancora fermato e si fermerà solo il giorno in cui smetterà di volare. Se assomigliassero a un punto, dovremmo scordare tanto le sue migrazioni, quanto la nostra primavera. Il suo ritorno è molto più che le mille miglia delle sue traversate: è l'andirivieni con cui edifica il nido e sfama la sua prole, tanto da dover pensare che la fedeltà sia un via vai. Quando Ulisse combattè la guerra di Troia, impiegò un decennio per incassare la vittoria e un decennio per ritornare nella sua patria Itaca, quasi che la misura del nostro andare esiga necessariamente che ricordiamo i passi compiuti. Dimenticarli equivale a cancellare il viaggio: guarda caso, in greco
come se avessimo indossato nuovi occhiali e vedessimo il mondo con una luce completamente nuova.
RispondiEliminaCiao.
Sì, Giup. Dovrei cospargermi il capo di cenere per aver corretto la miopia, perchè sto diventando presbite: l'oggi che è sotto il naso, adesso, è così appannato.
EliminaIl domani che vorrei invece è così nitido. Ciao!
🌼🌼🌼
EliminaCara amica....è un problema che mi attanaglia tantissimo negli ultimi mesi. Forse non sono cambiato affatto, mentre sono cambiate tante, troppe cose intorno. Ed è quello che mi fa sentire estraneo a me stesso, molte volte, troppe volte.......
RispondiEliminaCarissimo, il cambiamento è così democratico da riguardare tutti e tutto. È la velocità a cui avviene, dentro e fuori, a convincerci che siamo gli stessi: di certo impieghiamo di più a maturare che una mela sull'albero...
EliminaEscludendo il cambiamento fisiologico dovuto all'assestamento, credo che non si cambi mai repentinamente, pure se tutto sembri testimoniarlo.
RispondiElimina(T)i faccio una confessione: non so essere immobile rispetto al cambiamento altrui.
Se tengo a una persona e percepisco un diverso modo di rapportarsi a me, mi adeguo all'istante. È più forte di me, soffro la rottura dell'equilibrio unilaterale: un po' come il vaso che hai scelto per questo (A)ffettamento. Tutti i pezzi sono lì, nessuno escluso, eppure, devi spremerti le meningi per immaginare l'esatta forma e disegno che avesse prima.
Certe volte, il proprio cambiamento, è solo la somatizzazione di una delusione.
(T)i (A)bbraccio forte, (A)micheTTa mia.
Quando cambia il ritmo della musica, il passo della danza, giocoforza, lo asseconda: è quanto succede se il cambiamento riguarda un legame. Adeguarsi all'istante a dinamiche diverse senza indagarne i motivi per capire se sia ancora possibile un atto riparatorio, è arduo, almeno per me, che sono conservatrice negli affetti.
EliminaI sentimenti richiedono tempi lunghi di assestamento.
Diverso è il cambiamento che asseconda l'esigenza del singolo di sondare altre possibilità nelle proprie scelte: chiunque necessita ogni tanto di ristrutturazione o quantomeno di manutenzione.
Ti do un (A)bbraccio maestoso quanto un ponteggio, (A)micheTTo!!