«C’è un salice che cresce di traverso a un ruscello e specchia le sue foglie nella vitrea corrente; qui ella venne, il capo adorno di strane ghirlande di ranuncoli, ortiche, margherite e di quei lunghi fiori color porpora che i licenziosi poeti bucolici designano con più corrivo nome ma che le nostre ritrose fanciulle chiaman “dita di morto”; ella lassù, mentre si arrampicava per appendere l’erboree sue ghirlande ai rami penduli, un ramo, invidioso, s’è spezzato e gli erbosi trofei ed ella stessa sono caduti nel piangente fiume. Le sue vesti, gonfiandosi sull’acqua, l’han sostenuta per un poco a galla, nel mentre ch’ella, come una sirena, cantava spunti d’antiche canzoni, come incosciente della sua sciagura o come una creatura d’altro regno e familiare con quell’elemento. Ma non per molto, perché le sue vesti appesantite dall’acqua assorbita, trascinaron la misera dal letto del suo canto a una fangosa morte». ( Amleto , Atto IV, scena VII) Nonostante in molti ac...
Può essere....ma sicuramente niente sarà sbagliato al momento giusto. Forse c'è una equa compensazione in tutto ciò. Felicissimo di rileggerti....come stai ?
RispondiEliminaAnche per me è davvero bello ritrovarti e ti ringrazio di aver visitato la mia pagina.
EliminaPurtroppo, l'esperienza mi ha dimostrato di non poter applicare la proprietà commutativa a questa mia considerazione: talvolta, per una disattenzione, una parola scomoda, un dettaglio ho sciupato occasioni eccezionali.
Invece, che al momento sbagliato niente sia giusto, ahimè, è una regola che non ammette eccezioni.
Provengo dalle mie solite intemperie, per cui non ho trovato ancora ombrello che mi copra. Forse per l'istintiva antipatia che nutro verso gli ombrelli...
Un caro saluto e un abbraccio