Estate è distacco, per me. Da tutto e da molti. Dal sole che arroventa quasi fosse un fabbro che batte sull'incudine i pensieri. Non saprei dire che forma assumano sotto quella brace. Non penso più a quello che manca, ma solo a quello che c’è: il profumo dei tigli, il ronzare delle api, la puntina sul vinile, l’ombra che avanza di soppiatto e sgattaiola via come le lucertole che paiono tutte colpevoli quando sono sorprese al sole, e si dileguano. Anche i desideri, d’estate, cambiano forma. Sono spogli di aspettative, denudati come la pelle al sole: si dice "sì" a un gelato squagliato, ad una pesca che gocciola sull'avambraccio, ad un gavettone, ai piedi nudi nelle infradito, a un ritornello inutile, conservato soltanto perchè fa sorridere. Forse è proprio questo lo scopo dell’estate: ricordarci che, ogni tanto serve non dover risolvere, districare, comprimere. Che è più utile ascoltare il canto della cicala senza chiedersi dove frinisca; accorgersi che la durata di ...
Purtroppo non è così puoi essere il dono più gradito ma comunque non.vieni accettato
RispondiEliminaTutto ciò che possiamo sapere è ciò che diamo.
EliminaNon come verrà ricevuto.
L'invulnerabilità che solo il fiocco conferisce: se lo sbrogli, ti ritrovi nudo.
RispondiEliminaCon tutto quello che comporta.
Fintanto che c'è il fiocco, è ancora sorpresa; sciogliendolo, lo si fa "presente".
EliminaSaremo dono per gli altri, solo e soltanto se prima siamo dono per noi stessi.
RispondiEliminaSono d'accordo. Agli altri possiamo offrire solo ciò che siamo, quindi il nostro compito è innanzitutto essere.
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